mercoledì 7 novembre 2012

Un the con Obama


Per accompagnare la lettura:

un semplice the verde da supermercato, quindi di probabile origine India o Sri Lanka, magari equo e solidale, acqua a 80°, infusione 15 minuti, senza alcuna aggiunta! Provate. Non troppo concentrato: un filtro o un cucchiaino ogni 400 cl /500 cl.
Mentre l'acqua via via si colora di un grazioso verdognolo meditativo, e mentre ne increspiamo la superficie con un cucchiaino, ecco che le ondine di the prendono inaspettata forma e - FADE IN - assomigliano a sembianze umane, anzi ecco che ci appare il volto ipermediatizzato di Barack Obama:

Altri quattro anni per il Presidente USA e soprattutto mesi e mesi di ribalta mediatica alle spalle con lo sfidante Romney. 
Risultato: non abbiamo imparato nessuna nuova parola in inglese, anche seguendo tutti i dibattiti in lingua originale. I sostantivi e gli aggettivi sono sempre gli stessi:

- inspiring / inspired
Sono ispirato da voi, quello che dite è inspiring - va sempre bene e si applica a tutto

- hate VS love 
Chi vince è sempre e comunque un emissario del partito dell'amore, anzi dell'Amore, visto che l'odio non ha prevalso (come ha commentato Michael Moore subito dopo la vittoria, ma lo stesso avrebbe fatto un qualunque basista di Romney) 

- equal
eccoci all'equo e solidale. Noi in America - ci ha informato Obama - siamo tutti uguali a prescindere da razza, educazione, famiglia, etc. Va bene che le parole non costano niente, ma in campagna elettorale un po' di nostalgia di Clinton e della sua sintassi leggermente più complessa si è sentita.

- care - I care - we care - he cares
anche questo campo semantico rassicurante perché visto e sentito mille volte in questa e nelle precedenti campagne elettorali si più o meno tutti

- America
L'America come potenza che ha il "dovere" di controllare e salvaguardare il mondo, l'America che accoglie, l'America che protegge, l'America dove se ti rimbocchi le maniche ce la fai. Insomma un'immagine vecchia come il cucco, che non ha più alcuna applicazione nella vita reale e che non esiste più.

- la vita privata è quello che conta veramente e per cui ringraziare ogni giorno Dio (però intanto candidiamoci anche alla Presidenza)
presidenti che sono anche ottimi mariti e padri e mogli di presidenti che organizzano discorsi per garantire a un elettorato evidentemente molto semplice che il loro marito è ancora il ragazzo semplice di quando si sono incontrati da giovani. Se lo dicono loro, quale fonte più "oggettiva" di così?

- linguaggio del corpo
in una nazione in cui molti sono bipolari, sotto psicofarmaci o semplici control freak, la magrezza va ostentata come dinamismo e dominio di sé, come prestanza e capacità di azione, come prontezza e fotogenicità. Ok, in palestra ci andavano tutti e due, grande.

- premio Nobel
In un mondo in cui evidentemente i premi Nobel si buttano via, è stato rieletto un presidente che poco dopo la sua elezione già aveva vinto il Nobel per la pace (resta ancora da chiarire per quali meriti). D'accordo che il Nobel per il marketing non c'era.

- struttura in 3 atti
Che Obama avrebbe vinto si sapeva da mesi, ma il mondo dei media richiede la sua libbra di carne. E così ecco che qualche sceneggiatore ha imbastito una struttura di comunicati stampa e di interventi presidenziali fatta per riprodurre un percorso accidentato, fatto di svolte, cadute dell'uno (la microspia del figlio di Carter per Romney), dell'altro (che ha fatto Obama della crisi oltre ad addossarne le colpe all'Europa anche se in realtà sono gli USA ad averla esportata qui da noi?) fino a una falsamente faticosa vittoria finale, "inspiring" "with love" a soprattutto may God help you.



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