sabato 24 novembre 2012

Che mangino cupcake


Perché facciamo tutti finta che le cupcake ci siano sempre state?
E che questo termine l'abbiamo sempre usato? Non è così affatto, e qualunque storico della pasticceria con un minimo di onestà intellettuale residua potrà confermarvelo.
Queste cupcake non c'erano quando è cominciata la crisi, non c'erano quando è scoppiato lo scandalo velinopoli, nessuno le mangiava leggendo le intercettazioni, non c'erano neanche quando Grillo ha cominciato a conquistare le piazze d'Italia.

O almeno non erano così numerose. Non avevano ancora occupato tutti i posti di potere dolciario. Con negozi che vendono solo cupcake, riviste dedicate, arnesi per fabbricarle in serie, corsi per disegnarle, decorarle, concimarle, allevarle e crescerle nel modo più consono. Ci manca solo che un pool di docenti di chiara fame valuti una laurea triennale per studiarle meglio.

Perché non diversifichiamo più? Se i bambini capiscono solo il linguaggio cupcake, come faremo, quando sarà ora, a spiegargli che cosa erano le meringhe, le crostate, la torta di nonna Papera?

Mi chiedo se ci sia ancora qualcuno, con qualche ambizione o affetto per la mondanità, che invita per un tè qualcun'altro, per cui conserva almeno un po' di rispetto, senza sfoggiare questi cosini ipercolorati, superdecorati, fighetti, "che dispiace quasi mangiarli". 

Come e quando è avvenuta questa infiltrazione di massa? 
A un certo punto siamo andati a cercarci questa invasione di narcisismi zuccherosi facendo tutti finta che c'erano sempre stati. Forse a partire dal governo Monti? 
Le cupcake riflettono una grandissima e nevrotica e perbenistica attenzione per la forma a scapito della sostanza; ché in fondo non sono così buone né così sane e alla base sono tutte uguali, quello che cambia e che conta è solo l'apparenza esteriore, la facciata che sempre ci fu cara. 

Socialmente molto integrate e molto competitive tra loro, attaccate ad una vistosità fintamente giocosa come nessun altro dolce, dal punto di vista dei contenuti sono del tutto allineate, poco più che portavoce. 

Fotogeniche, calcolate, Instagram-friendly, nella sostanza le cupcake non ci sorprenderanno mai, sono l'emblema del conformismo. Infatti la base è sempre quella, la forma è in genere sempre quella, e ci si sfoga con una cosmesi di superficie ipertecnica, che rincorre visibilità ed effetti speciali.

Del resto, viviamo nel paese dei bambini che "fanno ooh", non è meravigliosooh?

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