martedì 27 novembre 2012

Monti-care

A chiunque stia pensando di comprare regali natalizi per sé o per altri o peggio di mettere da parte qualche soldo per un cappotto da comprare in saldo: non fatelo. Tenete gli spiccioli per questa signora nella foto. 

Forse non vi chiederà nulla, ma sarà gentile lasciarle qualcosa quando verrà il momento. Ossia quando faremo la fila davanti alle baite delle guaritrici.

La minaccia del giorno è che "non avremo più quel sistema sanitario nazionale di cui andiamo tanto fieri", che stilisticamente è sia una minaccia sia una dichiarazione autocompiaciuta, ci mancava il completamento: "perché io posso togliervelo". Probabilmente Monti non ne ha mai usufruito granché del servizio sanitario pubblico.

E' vero, del nostro sistema sanitario noi andavamo abbastanza fieri, sempre meno in realtà, ma si pensava fosse naturale averlo, che fosse un diritto non negoziabile quello della salute (con tutti i disservizi che il sistema sanitario nazionale comporta) e della lotta per conseguirla. Poi, guardandoci intorno e vedendo ad esempio come gestiscono quel diritto negli Stati Uniti, ci siamo detti che in fin dei conti, il nostro s.s.n. era meglio che niente e che, se ci mettiamo anche una maggiore facilità a costruire relazioni sociali non di facciata, qualche vantaggio rispetto agli americani ce l'avevamo.

Sembra che li stiamo svendendo uno ad uno quei vantaggi, con la scusa della crisi e della sussidiarietà, che ci invade di interessi corporativi e di lobby (perché continuiamo a pagare contributi alle scuole private, alla sanità privata, rimborsi elettorali e finanziamenti a quotidiani che manco leggiamo?) senza un ripensamento che sia uno.

Che stessimo diventando terra di occupazione cominciava ad essere chiaro, preferivamo non pensarci. 

Ci dicono che il paese sta invecchiando, quindi non si possono più garantire tanti servizi, e nello stesso tempo viviamo dentro un sistema in cui fisiologicamente non c'è posto per tutti, qual è il nesso logico? Se il Paese fosse anche più pieno di bambini pronti a diventare futuri disoccupati, non si vede come questo possa migliorarne la situazione. 

Ci dicono che non ci accontentiamo abbastanza, che i lavori manuali sono il futuro e va benissimo ma i falegnami, i ciabattini, gli arrotini che conosco io chiudono bottega uno dopo l'altro. 

Poi ci fanno sapere che devi inventarti nuove categorie per affrontare nuove sfide: che equivale a dire arrangiati, non sei mica mio figlio

Insomma tante belle scuse, quando era perfettamente inutile girarci intorno: è evidente che non siamo più graditi

[continua]







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