venerdì 22 febbraio 2013

Italia Anno Zero

Ecco, ci siamo.

Magari pensavi di non votare mai più dopo il referendum sull'acqua pubblica, i cui risultati così certi ora si tenta di rendere incerti; oppure sei tornato dall'estero apposta per mettere un voto che speri ti permetta di riprendere la tua vita, degna e realizzata, di cittadino in Italia. Peccato che non sai bene dove metterla questa X

Forse pensi che la politica vola veloce al di sopra o al di sotto del tuo osso sacro e quindi tanto vale non sbattersi troppo e non andare neanche a votare.

Magari sei comunista pre-1989 e quindi pensi che nessuno ti rappresenti, non qui, non ora; o sei anarchico? E quindi a votare non vai; oppure un qualunquista smart, sei social, definito per opposizione, costruito da "amici" e "connessioni" e, basta che ti lascino il tuo Mac e il tuo account Facebook e un paio di denim da vj ogni tanto, tutto il resto non conta: il leasing del SUV per il momento riesci a pagarlo, hai amici a Londra che ti ospitano, quindi boh, che altro c'è.

O sei vegetariano (vero, non finto come quelli che il pesce lo mangiano comunque), vegano, crudista, buddhista, trash metal non glam, e non c'è proprio il tuo partito confezionato su misura per tutte le cose che sei e solo quelle, quindi non se ne fa niente.

Magari ti ritieni al di sopra della greve compagine mentale di chi hai visto sfilare in tv con o' programma: di menti brillanti e carismatiche non c'era granché. Tanto vale augurarsi una dittatura militare, no? Sì, la dittatura di una mente superiore. Un Darth Vader votato al bene pubblico, potrebbe andare? Oppure il ritorno del Cristo, un giorno, e una sua candidatura al Parlamento. Allora sì, in quel caso ci faresti un pensiero.

Bene, intanto che pensi che il tempo non è arrivato e mai arriverà, io ti dico che ci siamo.
Ci siamo mentre pensi che gli anni Settanta non tornano più, mentre dici: tutte balle; ci siamo mentre guardi con un occhio la campagna elettorale dei soliti partiti e con l'altro la fiction cristologica di prima serata. Ci siamo adesso, ci siamo tutti dentro in questo momento, perché questo benedetto momento è arrivato così all'improvviso, così ufficialmente inaspettato e inaudito e storico che si stenta ad afferrare quanto incredibilmente ci siamo.

Equanimità vorrebbe che mi limitassi a dirti: vota chi vuoi, purché tu voti.

O, come giustamente ripetono alcuni: vota chi vuoi, basta che non voti Monti (sì Monti, quell'espressione del peggiore elitismo e accaparramento classista di spazi), Monti quello che va a braccetto con PD e con tutti quegli altri che, 1% a testa, si spintonano per entrare alle Camere fino a farsi male (Fini, Casini, Giannino, etc. gente così). E' vero: se proprio vogliamo parlare di voti inutili, Monti è un voto inutile, anche stando agli ultimi sondaggi, che sono pure gonfiati a suo favore, è un voto inutile.

Va bene, se proprio ricadi in una delle catogorie qui sopra, se davvero non puoi fare più di così per te stesso, se ti fa male la testa solo a pensarci, bene: vota chi vuoi basta che non voti Monti.

Ma se anche tu senti che ci siamo, e che è il momento: allora no. No, se senti che è il momento storico di dire: votiamo per essere un laboratorio mondiale di inversione di rotta. Rovesciamento di paradigmi, rivoluzione non violenta, superpoteri all'uomo medio, per essere avanti sui tempi di un secolo, insomma come vuoi che la chiami questa cosa che manco ci meritiamo?

Invece proprio noi ce la meritiamo la cosa, dopo decenni e decenni in cui ci hanno scippato la sovranità popolare, in cui siamo stati e siamo tuttora terra di conquista dei Paesi che hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale, e ovviamente del Vaticano.

Dopo che ci hanno tolto le opportunità, i diritti, l'accesso, la mobilità sociale, la cultura che porta alla parità di genere, la buona educazione (sia quella di scuola che quella di strada), il senso di comunità, il senso di appartenenza, il rispetto reciproco. 
Ci hanno diviso, messo l'uno contro l'altro, spinto a guardarci con disprezzo, con invidia, a calpestarci, ci hanno distratto dalla vita vera, dalla conservazione della dignità e imbottigliato in una guerra tra poveri, armati di riviste di gossip e scarpe di cartone firmate.

Ci meritiamo almeno di saperlo, tutti. Di avere piena, pienissima consapevolezza che il momento è questo. E che, sia dentro sia fuori da questo schermo, c'è un movimento di energie coinvolgenti, di competenze che si formano, di torpori che si risvegliano piano e cercano unione e idee per non farsi più estorcere la vita degna. Ripeto: la vita degna che, per un cittadino, è fatta di sovranità piena, rispetto degli altri, risoluzione democratica dei conflitti secondo regole condivise e nette, di isolamento di chi cerca di allargarsi a spese altrui, di buoni investimenti (materiali ma soprattutto spirituali) e di accesso universale.

Ci siamo. Ci sono le elezioni e c'è la svolta possibile grazie a un movimento che riempie le piazze, che vuole democrazia diretta e il limite dei due mandati (così nessuno si sporca), la trasparenza e il bene comune.

Nel tempo si è accumulata l'amarezza per i segreti di Stato, per l'assenza di uguaglianza sociale, per il mondo dei furbi, degli abbaiatori, degli accaparratori, degli e delle arroganti da marciapiede. Chi l'avrebbe mai detto che c'era ancora la forza e l'umiltà di provarci? E senza snobismi, senza raccomandazioni e senza velleità di carriera. 
E c'è anche la forza di farcela.

Insomma, c'è tutto questo, in questo esatto momento, intorno alla tua testa, al tuo corpo e nell'aria che respiri.

Anche se non voti Movimento 5 Stelle, non fingere che non stia accadendo nulla: con piena, viva e ferma consapevolezza, ricordati di questo momento.

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