mercoledì 14 novembre 2012

Mentalists drink Lapsang Souchong

Il favoloso Baker in The Mentalist
A quanto pare Patrick Jane beve di preferenza Lapsang Souchong, tè nero di virile ma elegante concezione. 
Anzi di tè ne beve proprio in ogni puntata, ma il LS viene citato esplicitamente almeno due volte nel corso delle prime 4 stagioni.
Perché una constatazione di questo tipo è un dettaglio in più che rende il personaggio interessante e coerente, ma stonerebbe ridicolmente se dichiarato da un Matteo Renzi? Poco credibile, no? O da Bersani? O da Floris? Oppure passiamo agli attori, visto che parliamo di una serie: Claudio Amendola potrebbe informarci che beve solo tè LS? E magari chiederne una tazza durante una presentazione stampa come fa ogni tanto Clooney con l'English Breakfast?

Sarebbe credibile pure Bruce Willis, che pure ha più volte salvato il mondo in canottiera nella fiction - e magari anche nella realtà, non lo sappiamo. Quindi non è una questione di essere troppo o poco d'azione.

Sarebbero credibili Tom Araya, Mike Patton, Tom Jones, ma Celentano no, Viggo Mortensen, Mel Gibson, ma Zingaretti no, Hollande ma non Berlusconi, Häkkinen ma non Valentino Rossi.  

Cosa rende un Patrick Jane/Simon Baker assimilabile al tè in un rapporto biunivoco di mutuo arricchimento (anche il LS ne esce più affascinante per l'essere bevuto dal mentalista) e Raoul Bova no, Gabriel Garko no, Santamaria no?

Non è una questione estetica. Anche se lo dice Danny De Vito è tutto sommato credibile, e non è tenuto a parlare di spiritualità, non deve mica essere George Harrison; anche se lo dice Vincent Cassel sarebbe plausibile, anzi aggiunge un plusvalore coerente, perché si tratta già di per sé di un personaggio elegante. 

E noi... non ce li abbiamo noi i virili ma eleganti? Però senza essere snob o in posa. Senza essere metrosexual. Senza sembrare sempre lì pronti a venderci qualcosa.

Spacchettando i possibili valori attribuibili a una pozzanghera semantica di tè, ipotizzo:

- eleganza (di modi e non di moda)

- desiderio/bisogno di riflessione (in senso connaturato e disinteressato, non la necessità di fermarsi a fare strategia)

- maturità (non l'esame e niente a che fare con l'età, ma consapevolezza, gesto di scagliare in verticale il proprio sguardo e poi cercare di vedere tutto il possibile prima che tocchi terra)

cultura (almeno per distinguere un LS, conoscerlo, sentire di apprezzarlo)

- profondità (per possedere il tempo, lo spazio, il desiderio di unire eleganza, riflessione e cultura senza finalizzarle ad altri scopi)

Non sto concludendo che i nomi citati qui sopra e ritenuti poco capaci di associarsi con scioltezza al plusvalore tè non abbiamo questi requisiti, ne hanno spesso uno o più d'uno. Ma evidentemente non sono mai dati tutti insieme. 

Quando vi trovate a pensare a come sarà il vostro prossimo vicino di casa, di scrivania, di hydrobike, il vostro prossimo giornalista preferito, consigliere regionale, premier, il vostro prossimo migliore amico - a qualunque genere essi appartengano - se potrete scegliere, come vi auguro, scegliete quello che meglio riuscite a figurarvi mentre beve una tazza di LS e dimentica, almeno per quel tempo, strategie e interessi personali. Senza perdere la profondità, il cuore e il contatto col momento.  



 

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