domenica 25 novembre 2012

Liberami dalla tua libertà

 
Quando, qualche tempo fa, Stracqua-danno (si chiama così?) specificava che per trovare un posto nel mondo sei libera di usare "ciò che hai" in realtà ti ha murata viva.

Gentil femmina - voleva dire quel politico - se non sei versata (skillata per chi lavora a Milano) in nulla di pubblicamente spendibile sul mercato del lavoro, allora sappi che sei libera di usare ciò che forse è "privatamente" spendibile

Invece di dirti che certamente hai delle competenze, che hai delle idee che si possono valorizzare, che hai delle capacità che vale la pena coltivare, che con il giusto orientamento o borsa di studio o pratica professionale, magari diventeresti pure una tosta, ti diceva: tranquilla, sei pur sempre una femmina, a qualcosa servirai. Ce lo dice la natura.

Se non hai una laurea conseguita con serietà (e non a tempo perso mentre facevi i casting perché fa brutto a 20 anni dire che lavori già e fare la studentessa svecchia), tranquilla: da queste parti siamo uomini, mica contabili senza cuore. Sei carina? Da qualche parte ci piacerà averti almeno per un po'. E visto che sei a tempo, be' giocatela bene.

Sei una carina che però non pensava di commercializzare la sua carineria? Sbagliato! Nel paese in cui il turismo e gli abusi edilizi saranno a breve la prima (e unica) risorsa, se hai un bel paesaggio, la gente paga per usufruirne. 

Idem per la gentil femmina: anche lei impari a vedere se stessa come un resort amalfitano affittabile a tempo, come un trullo, un campiello, un bungalow riminese, pure una spiaggetta caratteristica, insomma come una risorsa di cui abusare.

Gentil femmina, rallegrati, sei un bene comune, anche se non l'avevi capito.

Lo stesso politico, nella stessa mossa, fingendo di proclamare libertà, in realtà la toglie, assieme a un mare di opportunità, non solo alla gentilfemmina, ma anche a chi di quel diritto non pensava proprio di avvalersi. 

Perché se vendersi dà punti in graduatoria quantificabili e universali, mentre l'eventuale serietà del tuo titolo o del tuo impegno o della tua esperienza è ribassato a valore non quantificabile, cioè soggettivo e non universale, o lo fai anche tu o un bel po' di punti non ce li hai e ti resta l'opzione di startene fuori dal giro o scivolare in fondo alla fila. 

La buona notizia è che fuori dal giro c'è un mondo di grande bellezza, possibilità oscurate dai media e crescita personale. 

La cattiva notizia è che le gentilfemmine rese gladiatrici disperate dal retaggio culturale diffuso da media e gatekeepers, sono sempre nervosamente in assetto di guerra - in interminabili file - davanti a tutte le arene mediatiche. 
Pronte "a giocarsela" (mentre sugli spalti se la ridono).


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