lunedì 10 dicembre 2012

Sazi di spread e di teoria dell'ombelico

Dai, basta spread. Non ce ne frega più niente. Son più interessanti le scie chimiche.
Vogliamo stare tranquilli, senza cercare l'allegrezza pilotata e inebetente di chi ha trovato il bagnoschiuma definitivo, ossia l'unica piena soddisfazione che ci è concessa: vogliamo solo stare tranquilli. 

Se vengono a prenderci i Maya, ebbene ci troveranno tranquilli, fuori da facebook, con in testa una frase di Shakespeare da ripetere durante il viaggio. Io ne ho qualcuna da suggerire, se serve.
 
Dopo una serata che Rai Uno per mezzo di Piero Angela (per coprire il tutto con un'impressione di determinismo) ha dedicato la settimana scorsa a giustificare per bene ancora una volta la viscida sudditanza della politica al mercato e la delirante ruota del criceto del capitalismo "competitivo", dopo che Monti e Frignero già si preparano a ritornare in campo, con il sostegno di quella che dovrebbe essere la "sinistra italiana", non se ne può più di sentire sempre le solite 15 parole. Rimescolate, anagrammate, sgretolate di saliva.

La nostra amata democrazia borghese, ridotta a una Ruby del capitale non è manco più sfoggio di retorica, adesso parlano tutti come Moccia, non impariamo più neanche una parola nuova. Manco quello.

Basta con la sottovalutazione dell'istruzione scolastica e universitaria e di una cultura decente, costruita nel tempo, non fatta solo di wikipedia e di 2 letture su internet a tempo perso.
Non leggete questo blog, andate a vedere cosa danno in biblioteca.

Perché la presa per il culo della democrazia borghese si basa sull'inesperienza dei votanti, sull'incapacità di capire da subito cosa avrebbero fatto Monti e Fornero, sull'incultura che generalizza e presume, sull'etica da pianerottolo per cui gli gnocchi buoni sono sempre quelli di tua madre, i dolci quelli di tua sorella, l'auto la tua, il mondo perfetto e autonomo quello dietro al tuo zerbino. E se ricevi soldi in nero o se le le fatture non le emetti tu va bene, tutti gli altri sono ladri.

Beata malafede, che divide e impera.




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